REGGIO EMILIA – Un colpo d’occhio diverso per un’area verde situata tra la linea ferroviaria Milano Bologna e la via Emilia, nel tratto in cui la statale prende il nome di via Giambattista Vico. Dalla scorsa primavera in un rettangolo di terreno agricolo ampio 23mila metri quadrati sono state gettate le basi di un polmone verde. Di impatto visivo, tali da aver già cambiato il paesaggio, sono i 300 alberi ad alto fusto piantumati, tra aceri, carpini, frassini pioppi, querce, tigli e gelsi.
L’investimento si deve alla UnipolRental, società di noleggio auto a lungo termine che è proprietaria della superficie riqualificata assieme a una seconda zona distante pochi passi e grande 11mila metri quadrati. Contando anche gli arbusti, le piante messe complessivamente a dimora sono state quasi 2mila.
“Siamo contenti di essere arrivati a questo obiettivo, di avere realizzato il progetto – spiega il direttore generale di UnipolRental Giovanni Orlandini -, come si vede le piante, nonostante siano giovani, hanno resistito alla prima estate. Si tratta di un corridoio naturalistico, fatto di piante autoctone, che identificano un territorio al quale apparteniamo e che ci auguriamo possa restare il più naturale possibile”.
Fornire una migliore estetica urbana alla zona è stato anche l’obiettivo della vicina rotatoria sulla via Emilia all’incrocio con via dei Prati Vecchi, realizzata sempre da UnipolRental. “Ci fa piacere essere partecipi di questo territorio”, sottolinea Orlandini.
La progettazione del bosco, che da qualche giorno è indicato da un cartello, ha visto la collaborazione del Comune di Reggio. Non è escluso che un domani questo spazio possa essere attrezzato e utilizzato come parco. Al momento, il solo lasciare che viva di vita propria è un’azione di contrasto al cambiamento climatico. Sulla stessa lunghezza d’onda c’è anche il tema della mobilità verde. “Quest’anno abbiamo circa un trenta per cento di richieste che prevedono un’auto ibrida o un veicolo full electric, vuol dire che c’è un’alta sensibilità”, conclude Orlandini.
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