REGGIO EMILIA – Il rallentamento era nell’aria, visti gli scenari di incertezza e in particolare l’aumento dei tassi di interesse dei mutui, che li hanno resi meno accessibili. Influenzato dalla diminuzione degli acquisti di prime case, nella nostra provincia il calo di compravendite di abitazioni, è stato del 15,3% nei primi nove mesi del 2023, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. In totale si sono contate 3.167 transazioni. Una flessione più accentuata in confronto alla media regionale e a quella nazionale, rispettivamente del 14,4% e dell’11,8%.
“Chi vendeva l’appartamento che abitava negli anni ’60 o ’70, accedeva a un altro immobile di migliore qualità. Lo faceva partendo dalla vendita dell’appartamento in possesso, finanziando così il nuovo acquisto”, spiega Fabrizio Carretti, vicepresidente della Fiap.
Il caro mutui, in pratica, rappresenta un ostacolo nella catena delle transazioni. Transazioni il cui volume era notevolmente incrementato dopo l’emergenza Covid. In città gli scambi sono stati sostenuti da coloro che investono in una seconda casa da mettere a reddito. “Parecchi si sono buttati sull’acquisto di abitazioni da attrezzare per un’utenza di studenti o persone che vengono a lavorare sul territorio, per cui si è un po’ bilanciato”.
La fotografia aggiornata sul mercato immobiliare residenziale l’ha illustrata, con un incontro, la Fiaip, federazione italiana degli agenti immobiliari, che conta oltre cento agenzie reggiane. Per quanto riguarda la variazione delle quotazioni delle abitazioni, nell’arco di cinque anni in centro a Reggio il costo al metro quadro è passato da 2.800 a 3.250 euro con un incremento del 16%. Tornando alla questione delle seconde case, anche quelle situate nella nostra montagna hanno fatto registrare un aumento di compravendite.
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