REGGIO EMILIA – La segnalazione che ha portato alla luce la spaccatura tra i magistrati inquirenti di Reggio ha per oggetto questioni come la presunta scarsa circolazione interna delle notizie e le modalità con cui Marco Mescolini ha gestito la procura. La procedura è secretata, alcuni nomi si possono però fare. Tra i quattro sostituti procuratori che hanno presentato l’esposto al Consiglio superiore della magistratura, ci sono Valentina Salvi e Isabella Chiesi, professioniste con una carriera più che ventennale nella nostra città. La Chiesi ha avuto anche un ruolo da reggente nel dopo Grandinetti. Due magistrati di lungo corso, tra le più longeve della Procura, che sono entrate presto in rotta di collisione con il nuovo procuratore capo.
L’esposto che ha dato il via alla procedura per valutare l’eventuale incompatibilità ambientale risale al settembre scorso. Nel frattempo la Prima Commissione ha sentito il procuratore generale di Bologna Ignazio De Francisci, che ha competenza sulle questioni organizzative di tutte le procure dell’Emilia-Romagna.
Tra le audizioni avvenute, anche quella di Celestina Tinelli, presidente dell’Ordine degli avvocati di Reggio. Il Consiglio dell’Ordine si riunirà lunedì. Anche se l’ordine del giorno non prevede una discussione sulla delicata situazione in cui si trova il Tribunale, l’argomento troverà comunque spazio. Una eventuale futura presa di posizione stavolta potrebbe rivelarsi meno diplomatica di quella manifestata all’indomani della pubblicazione dei messaggi con cui, nella prima metà del 2018, Mescolini si informava da Luca Palamara sull’avanzamento della nomina al vertice della procura reggiana.
Non è comunque la prima volta che un procuratore capo di Reggio è oggetto di un esposto al Csm. Accadde anche a Franco Marani nel 2001 e, più recentemente, a Italo Materia.
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