REGGIO EMILIA – Un’altra settimana, un altro episodio di cronaca a carico di giovanissimi. Anzi, due episodi: due tentate rapine ai danni di altrettanti minorenni avvenute ieri in città. Un’altra volta, la zona della Canalina teatro di tutto.
Quattro ragazzi, due hanno 13 anni e due 14, sono finiti nei guai: tre di loro sono stati denunciati per tentata rapina aggravata in concorso, il quarto ha dei precedenti alle spalle e per questo è stato arrestato e condotto alla comunità per minori di Bologna.
I fatti sono iniziati ieri attorno alle 17.30 in via Bismantova: lì le volanti hanno soccorso un ragazzino che poco prima aveva subito un tentativo di rapina. In quattro – ha raccontato agli agenti – lo avevano circondato e minacciato: volevano il suo portafogli. Uno indossava un passamontagna. Descrizione del gruppo alla mano, la polizia ha iniziato le ricerche in auto lungo via della Canalina e poco dopo il gruppetto è comparso davanti agli occhi degli agenti. I ragazzini fuggivano uscendo da via Walpot, dietro ai campi della Reggio Calcio, dopo aver messo in atto il secondo tentativo di rapina e aver lasciato nella paura la seconda vittima: anche questa volta un minorenne, che ha riferito di essere stato circondato e minacciato in questo caso con un coltello.
La rissa all’esterno del centro commerciale I Petali il 22 gennaio; l’estintore lanciato nel cortile pieno di ragazzi alla scuola “Dalla Chies”; le dieci denunce di sabato scorso sempre a opera della polizia per violenza privata e interruzione di pubblico servizio messi in campo da adolescenti che si erano filmati e postati su Tik Tok; la rissa tra 40 giovanissimi a Cella sempre con relativo video sui social: tutti episodi capitati nel corso dell’ultimo mese, per non parlare dei vandalismi sempre alla “Dalla Chiesa” di novembre 2021 e per i quali due ragazzini erano stati denunciati.
I genitori dei ragazzi dell’istituto e i residenti della zona non sono tranquilli”: “Abbiamo chiamato i vigili del fuoco; sì siamo preoccupati”, hanno detto a Tg Reggio alcuni residenti, tra i quali genitori di adolescenti. Un filo conduttore degli episodi è senz’altro il piacere di pubblicare le bravate sui social e forse è possibile ipotizzare anche un aspetto emulatorio che si autoalimenta tra i ragazzini. In mezzo ai fatti di cronaca, il lavoro di rete messo in campo da prefettura, questura e istituzioni per cercare di dare una risposta che non sia solo repressiva a un fenomeno che è sì un evidente specchio di disagio, ma che rischia di diventare pericoloso.
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