REGGIO EMILIA – Nel maggio 2019 Roberto Salati, allora candidato sindaco del centrodestra e oggi capolista per la Lega movimentò non poco l’incontro promosso da Arcigay nella propria sede in vista del voto amministrativo. “Vi capisco, ho avuto relazioni con due lesbiche”, le parole dell’imprenditore che diedero il titolo a quell’occasione.
Quest’anno, invece, il centrodestra, ha disertato l’appuntamento organizzato da Arcigay Gioconda con i candidati a sindaco per discutere di politiche di genere, di famiglia, di inclusione.
Non c’era Giovanni Tarquini e al suo posto non è stato inviato nessun rappresentante delle liste che lo sostengono. Non pervenuta nemmeno Alleanza Civica.
Ma cosa chiede Arcigay a chi si propone per amministrare la città nei prossimi 5 anni? “Il proseguimento dei progetti avviati negli scorsi anni, che hanno ricevuto un sostegno importante del Comune – dice il presidente Jacopo Vanzini – Speriamo di poter continuare a lavorare insieme per assicurare benessere a tutte le persone, indipendentemente dal loro orientamento sessuale e dall’identità di genere. Chiediamo sostegno anche per la Casa Arcobaleno di Reggio che negli ultimi 14 mesi ha ospitato 12 persone in fuga da situazioni di discriminazioni”.
Insomma per Arcigay è fondamentale che Reggio continui a essere una città aperta, punto di riferimento sul fronte dei diritti: “Reggio Emilia è riconosciuta a livello nazionale come un punto di riferimento per come stiamo gestendo le politiche d’inclusione. Non a caso l’anno scorso abbiamo vinto il premio di capitale europea dell’inclusione”, chiosa Valentini.
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