REGGIO EMILIA – Autisti, infermieri, insegnanti tre professioni chiave per garantire diritti costituzionali fondamentali alla mobilità, alla salute e alla formazione. Tre professioni che vivono una grave carenza di vocazioni. Stipendi bassi, scarso riconoscimento sociale e, alle volte anche minacce e violenze subite. A Reggio Emilia e nelle altre città del nord, che per garantire questi servizi hanno potuto contare su una forte emigrazione dal meridione, la crisi è acuita anche dalla difficoltà per chi arriva di trovare case in affitto, a prezzi sostenibili. Un problema serio e spesso decisivo. Così Acer, in accordo con gli enti locali, ha deciso di intraprendere una svolta strategica e destinare parte del proprio patrimonio ai lavoratori immigrati di aziende pubbliche e anche private. “Stiamo differenziando i servizi – spiega Marco Corradi, presidente di Acer – Allargheremo i servizi anche ad altre categorie”.
Una scelta strategica che comincia a dare risultati concreti, al civico 6 di via Montegrappa sono stati consegnati, in una bella palazzina in centro e con parcheggio privato, due appartamenti a Seta che consentiranno all’azienda di trasporti di mettere a disposizione 12 posti letto a prezzi agevolati ad altrettanti autisti. I primi due autisti, un campano e un tunisino, sono arrivati ieri sera e l’azienda auspica che la possibilità di avere un alloggio a 200 euro di locazione mensile possa essere un modo per attrarne altri su Reggio, dove all’appello ne mancano almeno una trentina. “Mancano circa 10mila autisti in Italia solo per il trasporto pubblico, nel nostro territorio 50/60 nei tre bacini”, sottolinea Alberto Cirelli, presidente di Seta.
La sistemazione dei due alloggi nello stabile del 1922 costruito dall’Istituto Autonomo Case Popolari come casa per impiegati, è un modo per rispondere alle sfide dell’oggi in tema di emergenza abitativa ma anche di rilancio del centro storico. “Tocca anche a noi amministrazioni locali fare con quello che abbiamo – aggiunge il presidente della Provincia Giorgio Zanni – Se Acer può essere al servizio del pubblico e dei lavoratori, ben venga”.
“Il fatto che tutto questo avvenga in un edificio storico è un segnale meritevole e positivo”, chiosa l’assessora Carlotta Bonvicini.
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