REGGIO EMILIA – La tragedia sabato scorso, 18 giugno, al Campovolo. Gabriele Grossi e Fabrizio Del Giudice, di 35 e 54 anni, stavano partecipando ad un lancio di gruppo. 300 paracadutisti coinvolti nel tentativo di stabilire il record di aggancio nella nostra città: 32 persone che si tengono per mano in volo eseguendo una coreografia. Secondo i primi accertamenti, una collisione ha fatto intrecciare i fili dei paracadute determinando così la caduta al suolo. I due sono morti sul colpo. Nella mattinata di sabato 25 giugno la cerimonia funebre nell’hangar della Body Fly University. In tanti hanno partecipato alle esequie.
“Quello che ti regala questo sport è unico, ti rimane dentro per tutta la vita – dice Edoardo Stoppa, fondatore della Scuola di Paracadutismo BFU -. Quando una persona prova a fare paracadutismo sarà un paracadutista per tutta la vita. Ci sono persone di tutte le età qui che si riuniscono. A volte il destino si accanisce. Ma le persone vogliono dimostrare quanto sono legate, quanto amano questo sport tanto che le famiglie hanno voluto celebrare la cerimonia qui in aeroporto proprio per far capire che questo sport è dentro la vita di oguno di noi e anche in questi momenti non si abbandona“.
Presente, per portare il saluto della città di Reggio Emilia, anche il sindaco Luca Vecchi che di Gabriele Grossi ha un ricordo particolare: “Era tra coloro che atterrarono in piazza Prampolini il sette gennaio, il giorno della celebrazione della bandiera. Ci fu l’occasione di ricevere tutta la squadra in Sala del Tricolore. Ci tenevo ad esserci anche per testimoniare un sentimento di vicinanza e condoglianze di una intera comunità. Questa vicenda ha scosso due famiglie, gli amici e i conoscenti ma ha colpito anche una intera città, quindi penso che oggi fosse giusto essere qui”.
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