REGGIO EMILIA – Chiude un negozio storico del centro: Foto Artioli. I tre titolari hanno preso questa decisione di fronte ai rincari energetici di questi ultimi mesi. Hanno scattato foto a tantissimi reggiani e documentato la storia della nostra città.
“I ragazzi che vogliono intraprendere questo tipo di professione lo possono fare specializzandosi in settori all’avanguardia, essere sempre aggiornati – ha ricordato Marco Moratti, contitolare – Io ho sempre studiato, mi sono sempre aggiornato e siamo riusciti a essere tra coloro che sono rimasti a galla”.
Generazioni di reggiani si sono messe in posa davanti alle macchine fotografiche del negozio di via Emilia San Pietro. Strumenti sempre all’avanguardia in un angolo di Reggio capace di mantenere l’atmosfera speciale della bottega di famiglia. Novanta anni fa il fotografo ritrattista Virgilio Artioli si trasferì qui da Novellara. Alla sua morte, nel 1986, subentrarono Marco Moratti, Stefano Rossi e Carla Canovi, gli stessi tre soci che hanno preso la dolorosa decisione di chiudere alla fine dell’anno di fronte ai costi energetici sempre più alti. “L’età non è più quella di una volta – ha confessato Moratti – Avremmo dovuto fare nuovi investimenti, come abbiamo sempre fatto quando abbiamo avuto momenti di difficoltà e hanno sempre dato degli ottimi frutti, ma a questo punto non avrei avuto lo spazio di tempo per poterli ammortizzare”.
Ci sono stati matrimoni e battesimi di clienti diventati di famiglia. E poi il lavoro nei giornali: dal 1981 alla Gazzetta di Reggio e dal 1986 a oggi al Resto del Carlino Reggio, sempre in prima linea di fronte alla storia. “Ho avuto il privilegio di fotografare presidenti della Repubblica, due papi e tanta gente normale con cui ho condiviso momenti drammatici. Li ringrazio di aver voluto condividere questi sentimenti con me”.
Il vero tesoro è al primo piano, tra le vecchie macchine di Artioli e tra gli strumenti usati fino all’arrivo dei computer. Soprattutto, c’è la collezione di lastre fotografiche: in controluce compaiono ritratti scattati dal 1955 in poi. “Finalmente, avrò il tempo per guardare chi c’è in queste scatole”, ha detto Moratti, che per tutti è “Mamo” e che assicura che comunque dal primo gennaio non smetterà di fare il fotografo: “Diceva Confucio ‘se fai un lavoro che ti piace, non lavorerai mai un giorno in vita tua’. Continueremo a non lavorare mai in vista nostra”.
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