REGGIO EMILIA – C’erano una volta a Reggio i portici della Trinità, prima che nel 1952 venissero sostituiti dall’Isolato San Rocco, con la demolizione di un complesso edilizio che aveva le sue origini nel 1500 e che era stato ristrutturato nel 1821 dall’architetto Domenico Marchelli. Molto si è discusso sul progetto di abbattere i portici ottocenteschi, voluto dall’Amministrazione presieduta dal sindaco Cesare Campioli.
Già in epoca fascista si era prefigurata quella demolizione, per creare un Palazzo delle Corporazioni. Una foto del 1934 mostra i portici della Trinità ai bordi di una piazza cosiddetta oceanica, in occasione di una visita del gerarca Achille Starace, ma l’avventura bellica di Mussolini aveva poi bloccato il progetto. Era tornato di attualità nel 1951, con l’acquisto dell’area da parte della ditta Lemic di Parma e l’incarico all’architetto Luigi Vietti di Milano. Quando il piccone nel 1951 aveva cominciato a smantellare il porticato, si levarono proteste. Il sindaco Campioli abilmente sfidò i critici a presentare alternative. Ci provò la Cooperativa architetti e ingegneri, con un progetto che integrava il vecchio e il nuovo salvando i portici. Ma lo stesso ordine degli ingegneri bocciò la soluzione, benché difesa da un luminare dell’architettura come Bruno Zevi. I lavori andarono avanti.
Foto d’epoca mostrano il progressivo abbattimento dei Portici della Trinità e l’avanzare per lotti della nuova costruzione. A edificio ultimato si capì come il nuovo complesso cercasse il dialogo con il teatro Municipale, riprendendone geometrie e porticato. Da allora sono trascorsi settant’anni e le vecchie foto danno a tutti la possibilità di esprimere a posteriori il loro giudizio.
Gian Piero Del Monte
Reggio Emilia storia 70 anni isolato San Rocco Portici della Trinità









