REGGIO EMILIA – Infanzia e Covid. Iniziano a essere pubblicate casistiche sia a livello internazionale sia a livello nazionale e in Italia tra i primi report c’è quello dell’Ausl di Reggio Emilia.
Tre mesi è un tempo sufficiente per un primo ma significativo bilancio, anche se parziale visto che si riferisce alla reazione di bimbi e adolescenti alla fase uno e alla diffusione massima del virus. Nel nostro territorio, a partire da marzo e con ritmo sempre maggiore, sono stati eseguiti a oggi 620 tamponi nella fascia di popolazione 0-14 anni, tutti su giovanissimi con qualche sintomo o asintomatici ma a contatto con genitori o parenti contagiati: 90 quelli risultati positivi.
Di questi, 14 bimbi hanno avuto accesso al pronto soccorso pediatrico e 7 sono stati ricoverati con febbre o tosse, ma nessuno in Rianimazione. Nel dettaglio, da tre settimane a questa parte alla Casa della Salute ovest è stato attivato un percorso ad hoc per la fascia 0-6 anni con già 120 tamponi eseguiti e una sola positività riscontrata, quella di un piccolo di 3 anni che comunque è in buone condizioni.
Dalle sette neo mamme malate, che finora hanno partorito, sono nati sette piccoli negativi. In pratica, l’incidenza già bassa in generale con cui il Coronavirus colpisce l’età pediatrica, si abbassa man mano che si abbassa l’età e questo per ragioni scientifiche ancora da stabilire: tra queste, comunque, sono ipotizzabili una forza immunitaria particolarmente sviluppata e una maggiore resistenza polmonare.
“Il bambino può contagiare il bambino, ma soprattutto l’adulto può contagiare il bambino – ha spiegato Alessandro Volta, responsabile del Programma Materno Infantile dell’Ausl – però la fascia pediatrica si è dimostrata l’anello forte della catena epidemiologica”. Il periodo che inizia adesso però è tutto da scrivere. Se il contatto bimbo-bimbo non è sconsigliato, lo rimane quello bimbo-anziano: “Soprattutto con i nonni, con i nonni malati, con le persone trapiantate, immunodepresse o in chemioterapia – ha detto Volta – I centri estivi diranno molto sulla resistenza epidemiologica dei bambini; in molti genitori si chiedono perché abbia riaperto tutto tranne la scuola, c’è la paura che il bambino possa essere vettore del virus”.
Ma oltre all’attenzione e alla cautela, l’appello ai genitori è quello che ci sia un approccio positivo: “I bambini hanno grandi risorse: ascoltiamoli, fidiamoci di loro e condividiamo le cose con loro”.
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