REGGIO EMILIA – Spacciatore? No: soltanto ansioso e appassionato di esperimenti chimici. Un 26enne reggiano è stato assolto dall’accusa di detenzione ai fini di spaccio di stupefacenti “per non aver commesso il fatto”.
Nella sua abitazione in città, nell’aprile del 2018, erano stati trovati quasi 50 grammi di hascisc in polvere, suddivisi in due barattoli che erano in camera da letto, e un bilancino di precisione. Rinviato a giudizio, in aula, assistito dall’avvocato Ernesto D’Andrea che ha chiesto il rito abbreviato condizionato, il giovane ha detto che era tutto per uso personale, che l’assunzione di droga lo calmava alla fine di una pesante giornata di studi universitari, che il bilancino gli serviva per controllare che chi gli vendeva lo stupefacente lo facesse a un prezzo giusto secondo il listino di mercato.
La questura aveva ottenuto dalla Procura un mandato di perquisizione domiciliare a carico del ragazzo perché l’agenzia doganale del Belgio aveva fatto una segnalazione a quella italiana: si metteva in luce il fatto che quel cittadino italiano, il nostro studente di chimica 26enne, avesse ordinato dall’estero sostanze la cui vendita è vietata dalle Nazioni Unite. Nello specifico, parliamo di metil glicinato, considerato anche un precursore nella sintesi di anfetamine. Da lì l’indagine, la perquisizione, il sequestro, le accuse.
L’imputato ha detto di utilizzare quei prodotti per i suoi esperimenti. L’avvocato D’Andrea ha prodotto l’estratto conto del 26enne, erede di una famiglia di imprenditori in campo edilizio, per dimostrare l’assenza della necessità del dover mettere in piedi un’attività di spaccio, oltre al libretto universitario del ragazzo. Il giudice Giovanni Ghini l’ha assolto, a fronte di una richiesta della Procura di un anno e sei mesi. Pare che il 26enne, laureatosi lo scorso gennaio a pieni voti, sia già conteso da molte aziende farmaceutiche.
Reggio Emilia Tribunale Reggio Emilia spaccio assolto Ernesto D'Andrea neolaureato