REGGIO EMILIA – Cosa fanno gli esponenti di Fratelli d’Italia, partito di Governo ed erede della tradizione missina, il 25 aprile? Ha suscitato polemiche la notizia della visita a Praga del presidente del Senato Ignazio La Russa che deporrà una corona al Monumento di Jan Palach, simbolo dell’anticomunismo. E lo stato maggiore reggiano?
“Non partecipo a manifestazioni e passo la giornata con la mia famiglia come tutti gli anni – fa sapere il deputato Gianluca Vinci – Come ogni anno al mattino, appena sveglio, pubblico sui social network la bandiera degli Stati Uniti e bevo un bel caffè americano in onore agli americani che ci hanno liberato”. Vinci non lo dice, ma il sottinteso sembra essere “ci hanno liberato gli americani e non i partigiani”.
Nessun appuntamento pubblico per il coordinatore provinciale Alessandro Aragona che lo scorso settembre sfiorò l’elezione in Senato. “Il mio 25 aprile prevede il pranzo a casa di mia madre a Vetto”.
“Nel mio programma – dichiara il coordinatore cittadino Marco Eboli – c’è la visita al cimitero di Rivalta, alla tomba di mio padre che è stato partigiano e con cui avevo un rapporto splendido. Inoltre il 25 aprile festeggio il mio onomastico, San Marco”.
Insomma nessuna partecipazione agli eventi pubblici o istituzionali e al tempo stesso nessun tentativo di nascondersi dietro a scuse più o meno credibili. Nella destra che finisce sotto i riflettori sembra dunque evidenziarsi lo spirito da “esuli in patria” che ha contraddistinto i seguaci della Fiamma dal dopoguerra in poi. Con una differenza: quella destra era marginale ed emarginata, quella di oggi è primo partito e traino del Governo.
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