REGGIO EMILIA – Dietro ogni femminicidio non c’è solo una vita spezzata, ma ci sono spesso bambini che restano vittime silenziose. Figli che perdono la madre e vedono il loro mondo crollare in un istante. È per loro che la Questura di Reggio ha voluto trasformare il dolore in un gesto concreto: la consegna di una borsa di studio al piccolo Alessandro, figlio di Juana Cecilia, la giovane donna uccisa brutalmente a novembre di 4 anni fa nel parco di via Patti. Ad accompagnarlo la nonna e la zia.
Presente anche Giuliana Reggio, madre di Jessica Filianti, uccisa dall’ex fidanzato nel 96. Un momento particolarmente toccante che ha segnato l’incontro pubblico organizzato dalla Questura in occasione della Giornata per l’eliminazione della violenza sulle donne, nella Sala Palatucci di Viale Dante dal titolo ‘Questo non è amore’. All’evento, condotto dalla collega Susanna Ferrari, hanno partecipato il Questore Carmine Soriente, il sindaco Marco Massari, il procuratore capo Calogero Gaetano Paci, insieme a esperti del settore. Presenti anche diversi studenti.
Dai dati aggiornati sulle risposte ai reati di violenza domestica e stalking, è emerso che uno degli strumenti maggioramente utilizzati è l’ammonimento del Questore: dal 2020 al 2025 sono saliti da 19 a 48 i casi in cui si invita formalmente l’autore a interrompere immediatamente le condotte nocive, è il passo che precede il procedimento penale. Meno del 10% delle persone ammonite hanno ripetuto i comportamenti violenti o persecutori. Ma la strada da percorrere è ancora lunga. “La Polizia di Stato intende fare tanto – ha detto il Questore Soriente -. Denunciare è l’unico strumento“.
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