REGGIO EMILIA – Lo conferma Andrea Gollini, direttore della Caritas: “Da una recente rilevazione abbiamo contato 300 persone senza fissa dimora a Reggio”.
Non parliamo necessariamente di persone senza un tetto sulla testa, ma anche di individui che vivono in domicili precari o non consoni. Il numero fa comunque effetto, considerando anche il periodo invernale. Durante la notte, gli operatori della Caritas assieme a quelli di altre realtà portano assistenza in particolare nella zona della stazione. Prosegue Gollini: “Circa 32 di queste persone sono in stazione; per loro, la casa è solo uno dei problemi. Ci dev’essere un approccio da più parti, non solo dal punto di vista della sicurezza”.
Nel 2023 la Caritas ha servito 10mila pasti in più rispetto al 2022. Un’efficace cartina di tornasole per capire l’aumento degli accessi, passati da 120 a 150 al giorno. Questo è stato un anno in cui, appunto, il bisogno della casa ha preso il posto di quella che finora era stata l’esigenza primaria degli utenti Caritas, ovvero il lavoro.
Durante il periodo invernale, viene potenziato il sistema di accoglienza diffusa attivo tutto l’anno tra appartamenti e parrocchie. Per la prima volta si è iniziato ad introdurre un modello nuovo, che capovolge la prospettiva: l’abitazione non per merito ma come punto di partenza per tentare una risalita. “Stiamo sperimentando il modello housing first” conferma Gollini.