REGGIO EMILIA – Il cittadino ha atteso in media 4,5 secondi per avere una risposta: un tempo che gli operatori hanno impiegato per ricevere la chiamata, capire il bisogno, filtrarla oppure dirottarla ai numeri specifici. Sono ottimi i risultati del primo periodo di funzionamento del Numero Unico Europeo 112, che da dicembre è stato progressivamente attivato in tutta la regione.
A Reggio si è partiti il 18 febbraio e quindi il bilancio è quello degli ultimi due mesi: 32mila le chiamate arrivate alle Centrali Uniche di Risposta, che sono due e si trovano a Bologna e a Parma. 10mila quelle filtrate direttamente dagli operatori, le restanti 22mila sono state indirizzate a seconda del tipo di necessità.
Per la stragrande maggioranza – il 42% del totale, ovvero 9.240 chiamate – si è trattato di emergenze sanitarie, che sono state quindi girate agli operatori del 118; 7.500 telefonate sono state inoltrate ai carabinieri, oltre 4mila alla polizia, un migliaio ai vigili del fuoco. Un lavoro di squadra arrivato al traguardo dopo un lungo percorso.
“La Centrale Unica di Risposta è un concentratore unico di chiamate – spiega Antonio Pastori, Coordinatore della rete regionale di emegenza -: chiunque componga un numero di emergenza confluisce alll’interno delle Centrali Uniche di Risposta, strutture dotate di tecnologie in grado di geolocalizzare rapidamente gli utenti, capire il tipo di emergenza di cui si tratta e di inviarla alle centrali di secondo livello”.
Anche a livello regionale il 46% delle 380mila chiamate arrivate da dicembre a inizio aprile è stato catalogato come ‘emergenza sanitaria’; il picco delle telefonate, quasi 5mila, lo si è registrato il 28 gennaio, quando raffiche di vento a 120 chilometri orari colpirono i territori di Reggio, Modena e Bologna.
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