REGGIO EMILIA – Il punto della situazione sull’accoglienza dei profughi ucraini: sono 2.600 le persone scappate dalla guerra e arrivate sul nostro territorio. Si sta lavorando per trovare gli alloggi, dal punto di vista sanitario il problema maggiore è quello psicologico.
***
Più del 90% dei profughi ucraini arrivati a Reggio, finora 2.600 persone, è ancora ospite da familiari e conoscenti. Gli altri saranno sistemati nelle strutture aperte dal sistema dei centri di accoglienza temporanea coordinato dalla prefettura. Si continuano a cercare appartamenti, la disponibilità da parte dei reggiani non è mancata dicono le cooperative, La Dimora d’Abramo e l’Ovile, che gestiscono il servizio. I profughi sono soprattutto donne e bambini, che improvvisamente hanno perso tutto e che hanno bisogno di trovare una nuova normalità. “Non si tratta solo di farsi carico di persone adulte ma anche di minori che hanno esigenze di scolarizzazione – sottolinea Andrea Gollini, vicedirettore della Caritas reggiana – Fa specie vedere che alcuni di questi ragazzi si connettono alla Dad in Ucraina, non ci penserebbe ma ci sono anche queste dinamiche qui, insegnanti che dal paese continuano a seguire le loro classi”.
A “Il medico e il cittadino” su Telereggio è stato fatto il punto sull’assistenza sanitaria. L’azienda Usl ha accolto 1.908 persone, la metà delle quali minorenni. Sottoporsi al tampone è obbligatorio, in 26 sono risultati positivi. Le vaccinazioni anti Covid sono aumentate, sono 428. Il bisogno sanitario è quello psicologico, legato al trauma che si sta vivendo. “E’ un bisogno che emerge un po’ dopo, al primo arrivo c’è ancora la gioia di essere riusciti a scappare – spiega Marco Ferri, referente dell’emergenza profughi dell’Ausl – Dopo qualche tempo c’è la consapevolezza di non potere tornare e non in tempi brevi, il supporto psicologico è uno dei bisogni che hanno queste persone”.
“La depressione, alcuni hanno altri tipi di reazione un po’ più impegnativa dal punto di vista di salute, alcuni somatizzano e quindi è una modalità di elaborazione del trauma che si può presentare e affronteremo man mano nel percorso”, chiosa Angela Mazzocchi, coordinatrice del Poliambulatorio Caritas.
Reggio Emilia accoglienza ausl reggio emilia Il medico e il cittadino Russia guerra profughi Caritas Ucraina trauma psicologico












