REGGIO EMILIA – Una parte consistente di profughi arrivati in questi due mesi dall’Ucraina continua a essere ospitata da connazionali che vivevano qui già da tempo, oppure da reggiani che hanno messo a disposizione proprie abitazioni. La procedura prevede che i rifugiati, per regolarizzare la propria situazione, debbano rivolgersi alla questura.
“Io sto ospitando la ex badante di mia madre – ha detto Laura Ferrarini – lei poi era tornata in Ucraina e quando è scoppiata la guerra mi ha contattato chiedendo se potevo aiutarla così le ho detto di venire da noi. Ora stiamo ospitando lei, il figlio e una nipote. A me in tasca non viene nulla, perché i fondi messi a disposizione dalla Stato vanno a loro, ma io sono contenta di aiutarla a casa mia e lo rifarei mille volte”.
La signora vive a Scandiano e la sua è una della tante dimostrazioni di solidarietà reggiane nei confronti del popolo ucraino. Un aiuto fatto di case o stanze messe a disposizione, ma anche di assistenza nelle pratiche burocratiche, di file fuori dagli uffici e soprattutto di tanto calore umano.
Fuori dalla questura la troupe di Tg Reggio ha incontrato anche Maria Reiterovich, stabilitasi da 17 anni a Castelnovo Monti dove ora ha accolto il figlio e la compagna del figlio e che si sta adoperando per aiutare tanti altri connazionali. Nel raccontare la sua storia, Maria rimarca tutto l’orgoglio del suo popolo: “Mi dispiace sentir dire che il nostro presidente dovrebbe arrendersi. Anche se lui dovesse farlo il nostro popolo non si arrenderà mai. Sarebbe imperdonabile per tutte le persone che sono morte, per le donne violentate, per i massacri che sono stati commessi. Sento italiani che dicono bene di Putin ma è un assassino, un dittatore”.
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