REGGIO EMILIA – La mensa da migliaia di pasti serviti giornalmente, lo spaccio per i dipendenti, l’azienda agricola annessa alla fabbrica, sono soltanto alcuni dei tratti distintivi di un’eccellenza produttiva, di portata internazionale, raccontata nel terzo capitolo di un percorso nato 7 anni fa, quello dell’archivio storico delle Officine Reggiane.
“Credo sia molto importante essere qui, in un luogo così contemporaneo, per raccontare una storia che guarda sia al passato che al futuro – le parole di Annalisa Rabitti, assessora alla Cultura e Marketing territoriale – Sono tanti gli aspetti significativi di questa mostra, ma tengo a sottolineare che questa è una mostra che parla di persone. Nelle immagini possiamo vedere la vita quotidiana di operai e operaie che, grazie all’intenso lavoro d’archivio, ci raccontano un po’ della nostra realtà, del legame che abbiamo con le Officine Reggiane e della storia della città”.
E’ fissata alle 18 di venerdì 10 dicembre allo Spazio Gerra l’inaugurazione della mostra che mette in luce come le Reggiane rappresentassero un organismo autosufficiente. “Siamo alla ‘terza puntata’ – ha dichiarato Arturo Bertoldi, presidente di Istoreco – di una sfida raccolta qualche anno fa: abbiamo preso in mano un archivio, salvandone la parte documentale e trasformandola in qualcosa di assolutamente unico e fruibile da tutti. Questo ha permesso di far diventare le Reggiane patrimonio di tutta la città: i reggiani hanno potuto così scoprire le loro radici, le storie di amici e parenti, ma anche capire come funziona un archivio e cosa si può fare con il passato. Questo ci permette di realizzare mostre che ogni volta sono una scoperta, ma anche di inquadrare le Reggiane come organismi completamente autosufficienti, aggiungendo materiale e informazioni sempre nuove a ciò che abbiamo raccolto negli anni: è un modo per conservare la città”.
Le immagini in esposizione fanno parte di un patrimonio di oltre 26mila fotografie, 15mila delle quali catalogate e visionabili online nell’archivio digitale. Scatti che gettano uno sguardo a 360 gradi sulla vita dell’azienda. L’operaio pattinatore, in una posa quasi da musical, è stato scelto come personaggio da copertina. Non si sa chi sia, per questo motivo chi fosse in grado di riconoscerne l’identità è chiamato a fornire indicazioni.
Una seconda mostra, che prende il via sabato al Tecnopolo, riporta nel luogo d’origine documenti e oggetti, come la sezione della coda di un aereo trimotore, ma anche esemplari di piccole macchine per l’agricoltura. Da terza sede espositiva farà poi il circolo anarchico Berneri, che esporrà una bandiera realizzata dai lavoratori nei primi anni del ‘900 e un pannello pubblicitario del trattore R60.
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