REGGIO EMILIA – Aimo Diana ha scritto il suo nome nella storia della Reggiana. Nella serata del trionfo, si toglie dalle spalle una scimmia pesantissima e va a ruota a libera: “Il campionato l’ho già vinto lo scorso anno per quanto mi riguarda, e l’ho rivinto quest’anno che era ancora più complicato”. E alla domanda “A chi dedichi la serie B?”, il mister è lapidario: “A me solo a me”. Un quarto d’ora dopo quando il sole è tramontato dietro le montagne di Olbia, Aimo Diana non prende rivincite ma puntualizza con un po’ di pepe: “C’è stato poco rispetto per questa squadra. Vedremo chi salirà sul carro dei vincitori, qualcuno verrà cacciato giù”.
Di certo se quel carro, dopo i festeggiamenti, verrà di nuovo condotto da Aimo Diana, gli obiettivi saranno molto ambiziosi: “Mi auguro che se dovessi restare, e non lo so, si punterà alla serie A perché io voglio andare in serie A“.
Parole spiane che certo sono figlie dell’euforia e di tanta rabbia che ha le radici nel testa a testa amaro dell’anno scorso con il Modena. La società ha programmato. Sapeva di avere un allenatore ambizioso. Ora ne è ancora più certa. Il seme che è stato gettato, non va perduto perché almeno per una volta, 26 anni dopo l’ultima partita in serie A, è giusto tenere i piedi per terra ma alzare gli occhi verso il cielo per continuare a crescere.
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