REGGIO EMILIA – Per costruire una casa da sogno serve il progettista trascinatore. Poi serve chi lo accompagni e scelga di acquistare il terreno di pregio, serve l’architetto, serve l’artista arredatore. Luca Quintavalli, Romano Amadei, Doriano Tosi, Massimiliano Alvini. Citiamo questi costruttori ma ciascuno di loro ha avuto con sé una squadra di lavoro. E la casa da sogno è stata edificata, in due anni. Mattone dopo mattone. Sul campanello c’è scritto ‘famiglia granata’, la porta è a forma di B. “E’ un sogno, sono felice, per i tifosi, per la società, per Reggio Emilia, è incredibile”, sottolinea l’allenatore della Reggiana Massimiliano Alvini.
“Io sono veramente strabiliato dal valore umano, nella classifica delle mie gioie questa la metto davvero in alto. In due anni dalla D alla B… abbiamo fatto una cosa straordinaria – le parole del direttore sportivo Doriano Tosi – Kargbo? Faremo di tutto per tenercelo”.
Non era ancora nato, Augustus Kargbo, quando i granata giocavano la loro ultima, finora, partita in serie B, il 13 giugno 1999. A Reggio adesso lo chiamano ‘l’imperatore’, ma di un gruppo di imperatori.
Possiamo dire che ha vinto la squadra sulle individualità? “Assolutamente sì – risponde il presidente Luca Quintavalli – Questa è una grande famiglia, c’era una convinzione. Faccio fatica a parlare perché è una cosa d’altri tempi. Adesso voglio una promessa da Reggio: ci abbiamo messo due anni, ma in realtà ce ne abbiamo messi 21. Ecco, facciamo in modo di non tornare indietro”.
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