REGGIO EMILIA – Da una parte la giustizia ordinaria, dall’altra quella sportiva. Ed eventualmente, in base alla decisione del Collegio di Garanzia del Coni, anche quella amministrativa. Sono diversi i livelli su cui si sta districando la vicenda che vede alla sbarra il centrocampista della Reggiana Manolo Portanova. Il giocatore attende il processo d’Appello, avendo fatto ricorso contro la condanna in primo grado e con rito abbreviato a sei anni per violenza sessuale di gruppo emessa nei suoi confronti, e nei confronti di suo zio, a dicembre 2022.
I fatti risalgono alla fine di maggio 2021 e sarebbero avvenuti in un appartamento di Siena: una ragazza oggi 23enne, con la sua denuncia, fece partire l’indagine. Portanova da sempre proclama la propria innocenza. Ma per il via all’Appello ci vorrà ancora un po’ di tempo: si attende che per il terzo indagato – il quarto era all’epoca minorenne – termini il dibattimento.
E’ arrivata ad un dunque invece la giustizia sportiva, visto che domani – venerdì 19 gennaio – alle 11 avrà luogo l’udienza davanti al Collegio di garanzia del Coni: probabilmente già in giornata ci sarà il responso. Il Collegio è chiamato a decidere su una richiesta pesante avanzata dalla procura sportiva: la radiazione, o in subordine cinque anni di squalifica.
Le ipotesi in campo sono diverse: il Collegio potrebbe accogliere la richiesta, e la sentenza sarebbe immediatamente esecutiva. Ci sarebbe la possibilità di un ricorso al Tar del Lazio e anche, eventualmente, al Consiglio di Stato, ma nel frattempo il centrocampista dovrebbe smettere di giocare. Il risvolto però forse più probabile è che, come da richiesta del legale di Portanova, l’avvocato romano Flavia Tortorella, il Collegio decida di rimettere gli atti alla Corte federale d’Appello. Staremo a vedere. Sullo sfondo rimane il possibile cortorcicuito tra giustizia ordinaria e sportiva che potrebbero arrivare a decisioni diverse.
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