REGGIO EMILIA – All’indomani della retrocessione della Reggiana in serie C, dopo una sola stagione in B, l’ex presidente Luca Quintavalli rompe il silenzio e lo fa togliendosi più di un sassolino dalle scarpe. Tutti ricordano le lacrime del presidente, al timone nei due anni che dalla D hanno riportato in B i granata, che il 10 dicembre scorso salutò i tifosi dopo l’avvicendamento con Carmelo Salerno, imposto dal patron Romano Amadei in nome di equilibri economici e di forza ben precisi in seno alla società.
Quintavalli è sempre stato innanzitutto un tifoso, e la delusione è tanta “dopo una notte insonne”. Alle scuse ai tifosi, “cui è stato fatto un regalo che non hanno mai potuto scartare” (leggi la serie B con gli stadi chiusi causa pandemia di covid19), si unisce anche una stilettata verso – immaginiamo, perché non vengono fatti nomi e cognomi – una certa anima della società. “Chiedo scusa in primis ai calciatori, fratelli di lacrime e sorrisi, per aver mancato quell’affetto che forse meritavano quando si parlava più di ricorsi non fatti che di amicizia e riconoscenza a loro dovute”. E ancora: “Di errori ne son stati commessi tanti in questa stagione: alcuni evitabili, altri no”. Il messaggio è diretto: “Ieri ho ascoltato e letto in merito alle scuse di tanti, ma non di tutti. Ho visto pianti veri di gente ferita. Poi ho ‘ascoltato’ il silenzio di alcuni e le finzioni di altri. A questa gente, che poco ha di cuore granata ma solo ipocrisia mediatica e tanta arroganza, è solo dato di fare una cosa che costa poco ma tanto vale: rispettare, TACENDO, la delusione delle persone a cui è stato fatto un regalo che non hanno mai potuto scartare”.
L’intervento integrale di Quintavalli pubblicato sulla sua pagina Facebook
Un uomo che sbaglia e chiede perdono, è un uomo che tanto può insegnare ad una comunità. Gli animali, a differenza nostra, reagiscono con l’istinto alle sollecitazioni della vita… Noi possiamo invece scegliere, quindi sbagliare, quindi scusarci.
Oggi dopo una notte insonne chiedo scusa a Reggio Emilia.
Di errori ne son stati commessi tanti in questa stagione: alcuni evitabili, altri no. Chiedo scusa in primis ai calciatori, fratelli di lacrime e sorrisi, per aver mancato quell’affetto che forse meritavano quando si parlava più di ricorsi non fatti che di amicizia e riconoscenza a loro dovute. Chiedo scusa all’amico Don Massimo a cui credo che questa retrocessione dispiaccia come ad un missionario rimpatriato. Chiedo perdono ai tanti tifosi ed ultra per cui provo oggi più che mai qualcosa di vero: RISPETTO. Chiedo scusa infine alla gente della mia Reggio Emilia perché i miracoli del passato non son serviti per vincere le difficoltà del presente.
Ieri ho ascoltato e letto in merito alle scuse di tanti, ma non di tutti. Ho visto pianti veri di gente ferita. Poi ho “ascoltato” il silenzio di alcuni e le finzioni di altri. A questa gente, che poco ha di cuore granata ma solo ipocrisia mediatica e tanta arroganza , è solo dato di fare una cosa che costa poco ma tanto vale: rispettare, TACENDO, la delusione delle persone a cui è stato fatto un regalo che non hanno mai potuto scartare.
Finché litigheremo per una partita o ci abbracceremo per un gol, in qualsiasi campo di qualsiasi categoria, la Reggiana non sparirà.
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