REGGIO EMILIA – Il portiere, tradizionalmente, è solo. Vede tutto, anche quando i compagni non lo guardano, e deve essere pronto quando invece tutti gli sguardi si girano verso di lui. Lo sa bene il padovano Nico Facciolo, in granata dal 1985 al 1987 e di nuovo dal 1988 al 1992.
Un portiere moderno e poi un preparatore di portieri. Ospite ieri sera di To B Reggiana insieme a Cesare Vitale e a Wainer Magnani, ha parlato del suo erede, Michele Cerofolini. Facciolo fu protagonista di imprese epiche: il recupero dallo 0-3 al 7-4 finale di Reggiana-Cosenza, 30 anni esatti oggi. Il doppio rigore parato ai modenesi nel derby dell’aprile ’86. Lo chiamavano Rambo, il “sindaco” di Reggio Emilia. Perché scelse di andarsene? Facciolo racconta un inedito.
“L’ultimo anno ebbi un forte diverbio con Marchioro – le sue parole – nel corso di una partita ad Ancona. Tutto nato per un fraintendimento: lui pensò io l’avessi offeso, ma io non mi sarei mai permesso perché avevo un grande rispetto per lui. Da quel momento, però, il rapporto tra noi si è incrinato. Quando a febbraio capii che non mi sarebbe stato rinnovato il contratto, iniziai a muovermi e trovai la Triestina. Da Reggio Emilia me ne andai nel modo più indolore possibile, ma fosse stato per me abiterei ancora nella vostra città. Avessi finito la mia carriera con la Reggiana… non avrei chiesto di più”.
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