REGGIO EMILIA – Si sente in discussione, Alessandro Nesta. E, sinceramente, non potrebbe che essere così se analizziamo il ruolino di marcia della sua Reggiana nelle ultime 6 gare: 3 soli punti raccolti, per giunta avendo affrontato squadre nettamente alla portata.
Dopo aver ben approcciato il ritorno in serie cadetta, i granata paiono ora in netta riserva di energie fisiche e soprattutto mentali. Il tutto quando, invece, diverse avversarie nella corsa alla salvezza sembrano aver innestato la marcia giusta. Le cause di questa situazione sono principalmente tre: un mercato estivo con troppe “scommesse” portate a casa (Pettinari, Pajac, Crnigoj e Da Riva non si sono praticamente mai visti o quasi, quando invece sarebbero dovuti essere perni centrali del progetto); una fragilità psicologica che diversi interpreti hanno palesato e costata tanti punti; un allenatore che non è riuscito a trasmettere il proprio credo al gruppo, se non nei primi due mesi di campionato.
Subito dopo il ko con la Sampdoria il diesse Goretti, al microfono di Primo Bertani, si è preso interamente le responsabilità per l’attuale situazione, che dopo la vittoria della Ternana sul Lecco vede ora la Reggiana ufficialmente in zona playout. “Ho sbagliato qualche acquisto in estate, a gennaio voglio solo gente felice di essere qui e che lotti per la maglia”, il succo del suo discorso. Se i primi a pagare per i troppi infortuni furono i preparatori atletici Bartali e Rognini, se il direttore sportivo ha ammesso gli errori estivi, una parte delle responsabilità non si può non accostare a Nesta. Perché se a Modena, in una partita che si prepara da sola, si incassa il primo gol dopo 37″, se dopo aver preso l’1-0 contro la Samp al 44′ si piglia il raddoppio dopo nemmeno 40″ dall’inizio della ripresa con tutto l’intervallo in mezzo, beh allora è chiaro che qualcosa, a livello di comprensione allenatore-giocatori, manchi e manchi in modo preoccupante. Per ora, la società ha confermato in toto la fiducia al mister ma è chiaro che altri passi falsi obbligheranno i vertici a prendere almeno in considerazione l’idea di cercare un sostituto.
Ciò detto, recuperando qualche infortunato e cercando di fare almeno 4 punti nelle ultime due gare di questo girone d’andata, la Reggiana girerebbe a quota 21 punti, in media salvezza se prendiamo in considerazione gli ultimi campionati di B. Chiaro che, se si vorrà puntare a restare in questa categoria, il gruppo che da gennaio dovrà cercare di centrare l’obiettivo dovrà essere abbondantemente rivisto, sia dal punto di vista delle caratteristiche tecniche che di quelle mentali e psicologiche. Acquisti mirati, quindi, che portino gol in primis, poi voglia di lottare, di sbucciarsi le ginocchia, di lasciare fino all’ultima goccia di sudore in campo e che, non da ultimo, siano anche propedeutici alla proposta tattica di Nesta dal momento che, ora come ora, la squadra mostra un encefalogramma piatto, non ha gioco e arriva con difficoltà al tiro. Questo nonostante il mister, in sede di presentazione della gara con la Sampdoria, abbia utilizzato più volte la parola “coraggio” salvo poi affermare, a bocce ferme, che i suoi non erano “pronti a giocare partite come questa”.
Nell’ultimo anno in cadetteria, con Alvini in panchina, gli acquisti invernali non apportarono alcun miglioramento mentre il mercato di Ascoli, Reggina e Cremonese permise a queste tre squadre, ad esempio, di fare tra i 30 e i 35 punti nel girone di ritorno. Migliorare si può, dunque, ma Goretti & Co non dovranno sbagliare più nulla.
E a proposito di allenatori, il predecessore di Nesta sulla panchina granata, Diana, è stato esonerato dal Vicenza: fatale il ko contro il Trento e l’ottavo posto in classifica. Nelle prossime ore verrà annunciato il nome del sostituto.