REGGIO EMILIA – Nessuno in Italia ha collezionato così tante vittorie nel 2023. Nemmeno le palestre tanto blasonate del Lazio o della Campania. La Reggiana Boxe Olmedo è la società più competitiva d’Italia: a certificarlo è la Federazione Italiana Pugilistica che in questi giorni ha pubblicato le classifiche di merito delle società italiane. La compagine guidata dal presidente Emiliano Martinelli e dal direttore sportivo (e main-sponsor) Luca Quintavalli ha surclassato tutti nei risultati ottenuti dalle partecipazioni a Manifestazioni IBA (agonisti) e PRO (professionisti). E il distacco è abissale. Reggio svetta in cima alla classifica con 2.336 punti collezionati (253 incontri Iba e 1 Pro), dietro di lei arriva seconda la Phoenix Gym del Lazio con 1.624 punti (126 Iba e 15 Pro) e poi segue la Boxe Vesuviana di Napoli (126 Iba e 0 Pro). Lo ‘scudetto’ delle società italiane è insomma tornato per il secondo anno consecutivo a Reggio. Sebbene nella classifica generale, quella che somma anche il numero di manifestazioni organizzate, il numero di amatori tesserati e le attività dei bimbi, Reggio scenda di una posizione arrivando seconda, dietro alla Quero-Chiloiro di Taranto, trascinata però esclusivamente dall’attività di gioco-bimbi.

(foto Silvia Casali)
Michael Galli, maestro della Reggiana Boxe, esulta: “E’ la classifica delle competizioni sportive che a me interessa molto, perché qui contano i risultati. Nella classifica generale dove siamo secondi, comunque un risultato inimmaginabile anni fa, si sommano anche gli amatori, il gioco-bimbi e il numero di riunioni organizzate. Noi qui facciamo pugili”
 Un trionfo che è dovuto esclusivamente a quanto ottenuto tra le corde, su quel quadrato simbolo del pugilato.”Quelli sono punti oggettivi che ti danno un valore – commenta il direttore sportivo Luca Quintavalli, titolare di Olmedo – Io credo che sia cominciato da qualche periodo un percorso culturale a Reggio sul pugilato. Vedo quanto sono grandi e maggiori di noi altre città che ottengono punteggi inferiori. Un percorso partito dalla palestra, trasmesso a tutti i tesserati. Abbiamo inculcato un’attenzione virale per questo sport in tutta Reggio. Solo perché non ha la popolarità del calcio non te ne rendi conto”.

Luca Quintavalli
L’impressione di Quintavalli è che questo risultato racconti molto di più di un semplice numero riportato su un tabellone: “Stiamo tornando a come era circa 80 anni fa, quando il primo sport in città era il pugilato che non solo era ambìto, era anche stra-seguito. Si vede anche dal pubblico. E tutto questo non è andato a scapito di altri sport, basta vedere cosa ha fatto la Reggiana o la Pallacanestro in questi anni. Il pugilato è diventato un ‘di più’. Perché non è successo da altre parti? Perché qui si è riusciti a trasmettere lo stesso livello di valore agonistico e di valore culturale. I personaggi emersi tramite noi, sono la chiave. Un pugile d’altronde ha sempre avuto un soprannome. Avete presente quanti vengono in palestra ambendo a fare quanto ottenuto da De Bianchi, Giannotti, Commey o Vescovini?”.
 Risultati agonistici ottenuti con una compagine che, oltre a essere la più vittoriosa, è anche tra le più giovani d’Italia. E su questo c’è da riflettere: “Non do anticipazioni, ma posso dire che questo percorso è partito da poco quindi i ragazzi per forza sono giovani, ma nei prossimi mesi presenteremo qualcosa di importante. Questo è un potenziale che aveva l’Atalanta quando è partita col settore giovanile. Per vincere non abbiamo “comprato” la classifica con fuoriclasse presi da fuori”.

Emiliano Martinelli











