REGGIO EMILIA – La Reggia di Rivalta è parte di un complesso settecentesco andato in gran parte distrutto. Ma c’è tanto da recuperare: vediamo che cosa prevede il progetto di restauro nel dettaglio.
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Le due fontane nel parco con i loro giochi d’acqua faranno ripensare ai fasti di Versailles. Sono emerse grazie agli scavi archelogici effettuati negli ultimi mesi, che hanno fatto riaffiorare anche il muro di cinta e l’antica scalinata che collegava il palazzo con il parco. Il loro recupero sarà una delle fasi principali dell’intervento di restauro e valorizzazione del complesso monumentale della Reggia di Rivalta. Il primo stralcio dei lavori partirà a gennaio. Sarà realizzato un nuovo ingresso, senza barriere architettoniche. Sarà recuperato tutto il piano terra e parte del primo piano, partendo dal consolidamento antisismico dell’edificio.
“Recuperiamo e restauriamo la terrazza che era stata coperta da un tetto provvisorio – spiega l’architetto Francesca Vezzali – e predisponiamo l’intera reggia ad una flessibilità e una impiantistica generale che consenta la completa fruibilità del piano rialzato, oltre al restauro pittorico delle sale del torrione principale”.
L’inizio della costruzione della Reggia risale al 1724, voluta dal duca Francesco III d’Este per la moglie Carlotta d’Orleans. L’edificio arrivato fino a noi, che allora ospitava gli uffici dei collaboratori del duca, rappresenta l’Ala sud di un complesso a ferro di cavallo in gran parte andato distrutto. “Ogni cosa che si può fare sull’apparato ornamentale va confrontato in una logica di sistema ed è proprio in questa logica di sistema che ogni scelta va progettata, discussa e approvata”, chiosa l’architetto Giorgio Adelmo Bertani.
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