REGGIO EMILIA – E’ l’inserimento nel mondo del lavoro il tallone d’Achille del Reddito di cittadinanza. Se questa misura ha effettivamente contribuito ad alleviare il disagio economico di molte famiglie in difficoltà, sembra però aver mancato il secondo obiettivo: quello di formare professionalmente i percettori del Reddito di cittadinanza e aiutarli a trovare un’occupazione per incrementare le entrate famigliari.
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L’Agenzia regionale per il lavoro, contattata da TG Reggio, ha fatto la scelta di non fornire i dati relativi ai percorsi lavorativi dei componenti dei 4.332 nuclei famigliari reggiani che nel 2019 hanno percepito il Reddito di cittadinanza. Per ricevere l’integrazione, è necessario offrire la propria disponibilità scritta ad una serie di attività. Quanti sono in provincia di Reggio i beneficiari che in questi due anni hanno trovato un lavoro? Quanti frequentano un corso di riqualificazione o sono impegnati in attività di servizio alla comunità? L’Agenzia regionale per il lavoro non lo dice, motivando la scelta con difficoltà di calcolo e variazioni stagionali che potrebbero confondere il cronista inesperto.
Un dato certo è che nel Nord-est, area di cui fa parte anche l’Emilia-Romagna, i percettori del Reddito di cittadinanza presi in carico dai Centri per l’impiego sono il 21% del totale. E gli altri? Più o meno altrettanti sono soggetti al patto per il lavoro, ma non sono ancora stati presi in carico. Poi ci sono tutti quelli che sono esonerati: gli anziani, gli occupati a basso reddito, gli universitari, le persone che si prendono cura di un bimbo piccolo o di un disabile non sono tenute a cercare o accettare un lavoro, né a frequentare corsi di formazione.
Il secondo dato certo riguarda Reggio Emilia. Nel comune capoluogo i beneficiari del Reddito di cittadinanza sono 1.900, ma i firmatari del patto per il lavoro sono 190: uno su dieci. Più numerosi coloro che hanno firmato il patto per l’inclusione, rendendosi disponibili almeno 8 ore alla settimana per progetti utili alla collettività. L’amministrazione comunale, che ha stipulato diverse convenzioni, conta di impegnarne un centinaio.
Va sfatato invece il luogo comune del Reddito di cittadinanza come facile banchetto per gli approfittatori. Le domande accolte sono la metà di quelle presentate. A Reggio, ad esempio, nel 2019 l’Inps ha respinto 3.500 domande. E la Guardia di Finanza ha intensificato i controlli sulla veridicità delle autocertificazioni con risultati tangibili.
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