REGGIO EMILIA – In gergo viene utilizzata una sigla: “Puc”. Sta per Progetti di Utilità Collettiva. Si tratta di mansioni da assegnare ai percettori di reddito di cittadinanza, che sono tenuti, per legge e salvo esoneri, a rendersi disponibili per almeno 8 ore alla settimana.
Il compito di pianificare le attività spetta ai Comuni. In quello del capoluogo, i lavori riguarderanno la pulizia delle aree verdi ma anche forme di prevenzione anti contagio. Diverse persone, ad esempio, sorveglieranno le aree esterne delle scuole nei momenti di ingresso e uscita, per evitare assembramenti. Lo stesso faranno anche in altri luoghi come i cimiteri. Inoltre, si occuperanno di accogliere gli utenti che si presentano agli sportelli sociali dei poli territoriali. Ci sarà poi chi avrà l’incarico di accudire animali domestici di famiglie sottoposte a quarantena.
L’amministrazione punta ad arruolare 100, per così dire, “volontari”. Circoscritta al territorio comunale, tuttavia, la platea dei beneficiari del reddito di cittadinanza è di circa 2.500 persone. Candidati al reclutamento, però, ci sono i firmatari del patto per il lavoro che sono 190. E alla lista si aggiungono le centinaia di sottoscrittori del patto per l’inclusione, i cui nominativi fanno capo ai servizi sociali.
Gestire 100 aiutanti è a sua volta un lavoro. Un’attività che il Comune ha deciso di esternalizzare. L’assegnazione del servizio sarà oggetto di un bando destinato alle realtà del terzo settore che uscirà a febbraio. Salvo imprevisti, a marzo potranno prendere il via i primi progetti.
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