MONTECCHIO EMILIA (Reggio Emilia) – Il liscio visto come sottocultura, un genere musicale con i suoi professionisti ma soprattutto la sua schiera di adepti, pronta a popolare le piste da ballo. Un mondo senz’altro esotico visto al di là della Manica. Alla sua scoperta c’è andato il Guardian. L’insegna di un noto tempio reggiano del liscio è finita nel reportage pubblicato nei giorni scorsi, a firma di Giorgio Ghiglione. E’ quella del Redas di Montecchio, fondato nel 1963 dalla famiglia Reverberi. Il nome, che in realtà è una sigla formata da iniziali la prima delle quali sta proprio per Reverberi, è in bella vista in una foto. Ed è citato dal giornalista, che per raccontare il fenomeno del liscio si è mescolato tra i 150 avventori che una delle scorse domeniche hanno affollato il locale per danzare sulle note dell’orchestra di Barbara Lucchi e Massimo Venturi.
Il reportage pone interrogativi sul futuro delle balere. Messe a dura prova da due anni di chiusure a intermittenza, hanno riaperto accogliendo un pubblico che però accusa ancora i colpi della pandemia. L’articolo lo trovate qui.
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