REGGIO EMILIA – Il costo di gestione del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti urbani comincia a mostrare segni di contrazione. Dopo una crescita durata per molti anni, a partire dal 2018 i costi sostenuti dalle aziende che gestiscono il servizio sono diminuiti.
A dirlo è un rapporto pubblicato da Atersir, l’Agenzia dei servizi idrici e dei rifiuti dell’Emilia Romagna. Il rapporto analizza l’evoluzione dei costi di gestione del servizio fra il 2013 e il 2019. Nella nostra provincia il costo a tonnellata è sceso dai 214 euro del 2017 ai 202 del 2019. Valori sensibilmente inferiori a quelli di altre province della regione, come Modena, Parma e Bologna.
Nonostante Reggio Emilia sia ai vertici in Italia per raccolta differenziata, il costo nella nostra provincia è poco più della metà della media nazionale (347 euro a tonnellata). Il rapporto comunque evidenzia che il costo di raccolta e smaltimento del rifiuto indifferenziato (246 euro a tonnellata) è quasi il doppio rispetto al costo di gestione della raccolta differenziata (118 euro). Tra i due operatori attivi in provincia, le differenze non sono trascurabili: 225 euro a tonnellata per Iren, 147 per Sabar. Ma va ricordato che Iren gestisce il servizio in un territorio assai più ampio, che comprende anche tutta la fascia appenninica.
Se i costi sostenuti dai gestori flettono, quelli a carico degli utenti tendono però a crescere. A livello provinciale il costo per abitante residente è passato dai 126 euro all’anno del 2013 ai 150 del 2019. Attenzione: non sono Iren e Sabar a stabilire gli importi tariffari, ma la stessa Atersir, che definisce i costi tecnici del servizio per tutti i Comuni della regione. I costi fissati da Atersir, però, possono subire variazioni anche significative in bolletta sulla base di misure dei singoli Comuni, come le agevolazioni o i costi di riscossione.
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