REGGIO EMILIA – Nei giorni scorsi la Corte d’assise d’appello di Bologna ha inflitto tre ergastoli a Nicolino Grande Aracri, Antonio Ciampà e Angelo Greco, nonché una condanna a 18 anni di reclusione per Antonio Lerose, ritenendoli coinvolti nei due omicidi di ‘ndrangheta commessi 33 anni fa nella nostra provincia, quelli di Nicola Vasapollo (a Pieve Modolena) e Giuseppe Ruggiero (a Brescello).
La senatrice Vincenza Rando, componente della commissione antimafia, ha seguito il processo Aemilia ’92 per conto dell’associazione Libera e ha dato il suo punto di vista ospite a Buongiorno Reggio. “Questa è una sentenza che viene fuori anche grazie ai collaboratori di giustizia. Sapere che, nel ’92, la ‘ndrangheta si era radicata nel territorio con comportamenti anche visibilmente violenti e avere anche forse una dissertazione di lettura, credo ci debba fare riflettere”.
Rando ha poi sottolineato come si debba stare all’erta ora più che mai, poiché con i boss in carcere la ‘ndrangheta si sta riorganizzando in Emilia. A questo riguardo, fondamentale è quanto deciso dal Governo nelle ultime ore, estendere cioè all’intero Paese l’utilizzo del cosiddetto “badge di cantiere“, lo strumento introdotto nel 2022 in via sperimentale proprio a Reggio Emilia dall’allora prefetto Rolli. “Oggi si deve fare un esercizio di conoscenza – ha aggiunto Rando – Che cosa fanno oggi le mafie? Si sono sempre insinuate al Nord, anche nell’economia legale, ma oggi è fondamentale capire quali sono le nuove condotte“.
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