REGGIO EMILIA – Ha respinto le accuse più gravi a suo carico l’uomo che da sabato si trova detenuto nel carcere della Pulce in quanto ritenuto responsabile di un brutale stupro ai danni di una 39enne. Nell’udienza terminata con la convalida della misura coercitiva applicata, il 46enne arrestato ha risposto alle domande del giudice per l’udienza preliminare e del pm tentando di confutare quanto gli viene contestato.
Il giorno della vigilia di Natale, nell’appartamento da lui abitato in zona stazione, non si sarebbe a suo dire consumato alcuno stupro. L’arrestato ha infatti parlato di un rapporto consenziente, una prestazione sessuale dietro compenso, che si sarebbe svolta in compagnia di un’altra coppia. Una sorta di festino che avrebbe seguito un copione già consolidato dagli stessi protagonisti in altre occasioni.
Quindici i giorni di prognosi refertati alla donna, trasportata in ospedale da un’ambulanza allertata da alcuni passanti ai quali aveva chiesto aiuto, mostrando segni evidenti di percosse e uno sfregio al volto che resterà permanente. Una ricostruzione che non ha convinto il gip in quanto scarna di prove. L’uomo non è stato in grado di fornire i nomi delle persone da lui menzionate come presenti ai fatti, avvenuti nell’abitazione che il 46enne divide con due coinquilini. Una sistemazione trovata dopo che si è allontanato qualche tempo fa dal proprio nucleo famigliare.
Sposato con due figli, originario della Nigeria ma in Italia da circa 20 anni, l’uomo è dipendente di un’azienda di servizi. Accusato anche di spaccio, nella sua versione ha ammesso il consumo di alcol escludendo però l’assunzione di droga da parte di ogni persona coinvolta nell’episodio.
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