REGGIO EMILIA – La Cisl lancia l’allarme sulla crescita delle dimissioni volontarie tra le donne lavoratrici, soprattutto per le difficoltà di conciliare i tempi di lavoro e di cura.
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“Le dimissioni volontarie convalidate a Reggio Emilia e provincia nel 2019 sono state 812. Sono raddoppiate rispetto al 2018. La maggioranza riguarda le lavoratrici madri“.
La Cisl Emilia Centrale, tramite la segretaria Rosamaria Papaleo, esprime preoccupazione sulla situazione reggiana riguardo al numero di dimissioni volontarie delle lavoratrici madri emersi dalla Relazione annuale dell’Ispettorato nazionale del lavoro. Occorrerà tempo, dice il sindacato, per comprendere e analizzare meglio le ragioni di questi numeri che diventano più evidenti in zone con lavoro regolare, buoni livelli di occupazione femminile e reti famigliari meno estese.
In tutta la regione sono state 5447 le dimissioni volontarie di genitori nel 2019 (rispetto alle 5184 dell’anno precedente). Nel 65,5% dei casi hanno riguardato le donne. A livello nazionale sono state complessivamente 51558 (il 73% delle lavoratrici madri) con un incremento del 4% rispetto al 2018.
Quali sono le motivazioni che portano le donne a lasciare il lavoro? “La mancanza delle reti parentali, la mancata concessione del part time, la mancata flessibilità del lavoro, difficoltà accesso ai servizi per l’infanzia”.
Nel 2020 la situazione continua a prospettarsi difficile e la Cisl chiede misure urgenti, più efficaci di quelle già adottate, su welfare, congedi e smart working: “Gli strumenti messi a disposizione non sono stati sufficienti – chiosa Papaleo – il congedo parentale arriva a 30 giorni con chiusura scuole molto più ampio il bonus baby sitting non vale per tutti le donne hanno pagato un prezzo molto alto. Le donne hanno pagato il prezzo più alto”.
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