REGGIO EMILIA – Era l’11 ottobre del 2013 quando un’imbarcazione che trasportava per lo più profughi siriani affondò nelle acque del mediterraneo a poca distanza da Lampedusa.
Morirono in 268, di questi una sessantina erano bambini. Mazen Dahhan è un medico e quel giorno era a bordo del barcone. E’ uno dei pochissimi superstiti di quella tragedia in cui perse moglie e figli. Ora vive in Svezia e in collegamento con la sala del Tricolore ha raccontato ad un centinaio i studenti delle scuole superiori reggiane quei terribili momenti e perché quella gente aveva intrapreso un viaggio così pericoloso.
L’iniziativa è inserita nel progetto Call Malta-Rotte di Memoria che sviluppa i temi della migrazione, dei diritti umani, del diritto internazionale e dell’integrazione. Un incontro, quello con il medico siriano, che ha particolarmente colpito gli studenti.
Guarda il video e ascolta le interviste a Giacomo Bassmaj, curatore del progetto; Marwa Mahmoud, assessora alle Politiche Educative e ai Diritti Umani di Reggio e agli studenti reggiani.
Sala del Tricolore Mazen Dahhan Barcone affondato a Lampedusa