REGGIO EMILIA – La petizione lanciata su Change.org da Ilaria Mezzenzana insieme a Legambiente Reggio Emilia, Ripuliamoci Reggio Emilia, Ecologia Integrale RE, Extinction Rebellion Reggio Emilia, oltre all’assemblea dei cittadini per chiedere di salvare il bosco a Ospizio ha raccolto oltre 6mila firme in poche settimane.
La vicenda ormai è nota a tutti: negli anni scorso Conad Centro Nord ha pianificato la costruzione di un Superstore lungo via Emilia Ospizio, nell’area della vecchia casa di riposo che, ormai disabitata da decenni, è stata “inglobata” nel bosco urbano di oltre 5 ettari. “L’area verde – spiega il testo allegato alla petizione online – verrebbe trasformata in cemento e asfalto, con l’abbattimento di oltre 154 alberi adulti e il consumo di 31mila metri quadrati di suolo per edifici che ne occuperebbero 11mila. L’attuale bosco, cresciuto spontaneamente, è un polmone verde vitale per il nostro quartiere e per l’intera città. Offre raffrescamento dell’ambiente, riduzione dell’inquinamento, abbattimento dei rumori, assorbimento dell’acqua piovana, produzione di ossigeno e cattura di anidride carbonica. Gli alberi adulti che verrebbero abbattuti forniscono servizi ecosistemici insostituibili, e sostituirli con giovani piantine non sarebbe sufficiente: ci vorrebbero decenni prima che queste nuove piante possano offrire gli stessi benefici”.
Il testo prosegue specificando che “in un contesto di cambiamenti climatici evidenti, con ondate di calore che colpiscono duramente la popolazione più fragile, abbattere un bosco per fare spazio a un altro supermercato non sembra una scelta sensata, soprattutto considerando che nella zona già esistono diversi supermercati. L’amministrazione comunale ha espresso l’intenzione di dotare il quartiere della Casa della Comunità e della biblioteca, un progetto encomiabile che potrebbe essere realizzato senza distruggere il bosco, recuperando edifici già presenti nel quartiere. Chiediamo alla dirigenza Conad di riflettere su questa scelta e di considerare di compiere un gesto che renderebbe la cooperativa un esempio di responsabilità ecologica: donare il bosco urbano alla città”.