REGGIO EMILIA – Era il febbraio del 2020 quanto il dottor Giuseppe Ferrari, originario di Busseto di Parma 58 anni, assunse l’incarico di Questore di Reggio. Circa tre anni e mezzo molto intensi come lui stesso oggi racconta alla viglia della sua partenza, dopo la promozione a Dirigente Generale, la qualifica più alta della Polizia di Stato che lo porterà al trasferimento.
Tante soddisfazioni ma anche momenti intensi, come racconta incontrando i giornalisti. Nel bilancio della sua attività si deve annoverare l’arrivo drammatico della pandemia, che costrinse anche il comparto della sicurezza a ripensarsi. Poi, due settimane dopo il suo arrivo, fu costretto a misurarsi con una rivolta in carcere che avrebbe potuto avere effetti complicati e che fu risolta in poche ore. Nell’elenco degli impegni che hanno visto la Questura in prima linea ricorda la situazione e la gestione delle ex Reggiane, con la presenza di tanti emarginati, ma anche il contrasto al traffico di droga.
Tra i fatti che lo hanno segnato di più ricorda gli spari in piazza del Monte e l’eco mediatica conseguente, ma anche la capacità di reazione della polizia che individuò a stretto giro il responsabile.
Poi ancora il problema della devianza giovanile e le misure decise senza chiudere gli occhi su un problema grave e diffuso in molte città. La macchina della sicurezza per i grandi eventi, dalle partite di calcio alla Rcf Arena al Campovolo. Tutto questo ha contribuito a creare un metodo di lavoro che resta adesso patrimonio della città, dove dice di aver sempre trovato massima collaborazione. Il suo trasferimento avrà tempi celeri. Ci lascia un Questore che ha saputo caratterizzarsi per il suo impegno svolto sempre con garbo e attenzione.
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