QUATTRO CASTELLA (Reggio Emilia) – Ecco quel che resta dell’Albergo Bellini a Puianello di Quattro Castella: l’edificio è fatiscente, i vetri sono rotti, la vegetazione nel tempo è cresciuta e ha invaso gli spazi, i muri cadono letteralmente a pezzi. L’insegna è stata posata a terra, qualcuno in questi anni l’ha imbrattata. E quella che un tempo era la piscina di fronte all’hotel, frequentata dai bambini della zona, oggi è una grande vasca decrepita dove a risaltare sono i colori dei graffiti. Eppure questa struttura abbandonata, sulle colline della Mucciatella, è al centro di una delle pagine più oscure e misteriose della storia italiana e potrebbe essere legata al più grave atto stragista mai avvenuto nel nostro paese.
E’ qui che, il 4 agosto 1980, due giorni dopo l’esplosione della bomba alla stazione, fu trovato durante un controllo della polizia l’allora procuratore Capo di Bologna Ugo Sisti. Vi era stato accompagnato la sera precedente dall’avvocato Luigi Corradi per, ha sempre dichiarato il magistrato, ‘prendere un pò di fresco‘. L’albergo era chiuso. Con Sisti c’era il proprietario, Aldo Bellini, padre di Paolo Bellini, ex militante di avanguardia nazionale, allora latitante, oggi sotto processo con l’accusa di aver contribuito a compiere l’attentato, piazzando la bomba che esplose alle 10.25 del 2 agosto.
Ma c’è di più: il giorno del blitz della polizia, con il procuratore Sisti e con Aldo Bellini c’era un terzo uomo, una persona che non venne mai identificata. Il particolare è emerso nel corso di una delle ultime udienze del processo ai mandanti, ma sulla questione sono state date solo risposte confuse e contraddittorie. Dopo 41 anni, il mistero attorno alla Mucciatella si infittisce sempre di più.
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