REGGIO EMILIA – Abbattuto il muro delle 100mila firme raccolte nel territorio reggiano per la richiesta di quattro referendum abrogativi in tema di lavoro. È il dato comunicato da Cgil Reggio Emilia: il numero attuale è 101.316, suddivise per i quattro referendum, che arriva a pochi giorni dalla conclusione della campagna, che proseguirà online fino a martedì 16 luglio. Il segretario generale ha ribadito i temi e le richieste della Cgil per i quattro referendum.
“Chiediamo il ritorno della tutela contro i licenziamenti illegittimi nelle aziende sopra i 15 dipendenti, un aumento delle condizioni economiche risarcitorie in quelle sotto i 15 dipendenti – spiega il segretario della Camera del Lavoro, Cristian Sesena – La terza richiesta è una modifica del contratto a termine di modo da renderlo meno precario e più stabile, chiediamo anche una nuova norma rispetto alla salute sicurezza nella filiera ormai devastata della catena degli appalti”.
Una volta raccolte le firme saranno presentate alla Corte Costituzionale: se le firme certificate supereranno quota 500mila a quesito in tutta Italia sarà indetto il referendum, che potrebbe svolgersi in primavera.
“È l’occasione proprio per invitare tutti quanti quelli che non l’hanno ancora fatto perché pensavano di rimandare – dice Marika Todaro, segretaria organizzativa della Camera del Lavoro – Firmate per i nostri referendum abrogativi per dare l’opportunità all’Italia di esprimersi su questi temi, molto sentiti, perché ci consentirà davvero di cambiare il mercato del lavoro”.
La Cgilsi prepara per la richiesta di un nuovo referendum, quello contro l’autonomia differenziata. “Quella sarà una partita molto importante e delicata perché entro metà settembre dovremo arrivare anche lì a raggiungere le 500.000 firme – ha concluso Sesena – Credo che ci sia anche un pezzo di assoluta coerenza rispetto all’azione nostra sul lavoro e l’azione contro questo decreto scellerato del governo: in entrambi i casi noi restiamo sul solco e sulla via maestra della Costituzione e facciamo di tutto per difenderla”.
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