REGGIO EMILIA – “Al pronto soccorso ho trovato una situazione incredibile. La sala piena di pazienti, barelle che andavano da tutte le parti, operatori con estrema volontà, ma decisamente oberati dall’attività lavorativa, pazienti uno di fianco all’altro, senza possibilità di distanziamento”.
Sale fitte di utenti e un afflusso che deve fare i conti con lunghi tempi di attesa. Vale soprattutto per i codici d’ingresso di lieve entità, anche nei casi in cui la richiesta di cure arriva da una persona anziana. Com’è successo alla madre 92enne di Andrea Maramotti. Per sette ore e mezza è rimasta in fila prima di ottenere il punto di sutura necessario a rimediare a un taglio che si era procurata a un piede in un piccolo incidente domestico.
La signora era entrata alle 15. Per pochi minuti, intorno alle venti, il figlio ha avuto la possibilità di starle accanto. “Era ormai da cinque ore e mezza su una barella in attesa della visita“.
La situazione della medicina d’emergenza-urgenza è sotto i riflettori dopo l’appalto deciso dall’Ausl per arruolare professionisti impossibili da trovare attraverso altri canali.
Un’attesa di 12 ore è stata lamentata anche da un’ottantenne che aveva battuto la testa cadendo, e che ha scritto sia all’azienda sia alla Regione per sollecitare un potenziamento del personale, fermo restando l’encomiabilità di quello attualmente in forza, costretto a fronteggiare quotidianamente, in aggiunta, tensioni ed episodi di nervosismo con protagonisti utenti spazientiti.
Quasi otto ore di attesa al pronto soccorso per una donna di 92 anni. VIDEO
19 giugno 2022La carenza di medici emerge anche dalle testimonianze degli utenti. Un’attesa di 12 ore è stata lamentata anche da un’ottantenne che aveva battuto la testa













