REGGIO EMILIA – Sono 6.672 gli utenti in carico ai centri di salute mentale dell’Ausl. Dopo il rallentamento nelle fasi più critiche della pandemia, i servizi hanno ripreso a lavorare a pieno ritmo e le persone seguite per un disagio psichico oggi superano quelle del 2019. Rispetto al periodo pre Covid, sono aumentati del 30% gli accessi dal pronto soccorso.
“Abbiamo notato che i problemi attinenti alla condotta alimentare, quindi i disturbi del comportamento alimentare e anche il disagio psichico negli adolescenti ha avuto un incremento anche con più accessi in urgenza – le parole di Gian Maria Galeazzi, dirigente del dipartimento di Salute mentale dell’Ausl – In alcuni casi, per gli accessi in urgenza si parla anche di un raddoppio dei casi”.
In due anni, gli utenti in carico per disturbi del comportamento alimentare sono passati da 307 a 356. A Il medico e il cittadino è stato ricordato come per certe patologie l’accesso sia diretto e non sia necessario il passaggio dal medico di base. “I servizi sono meglio attrezzati per certi tipo di problemi da affrontare rispetto al privato, proprio perché offrono un insieme di interventi non solo farmacologico ma anche riabilitativo”, ha aggiunto Galeazzi.
Anche l’ambito della salute mentale risente della mancanza dei professionisti. Una situazione che in questo caso è stata affrontata integrando l’azienda sanitaria con l’università e portando a Reggio la scuola di specializzazione: “La scuola qui ha avuto prevalentemente tre effetti, avere più psichiatri, perché gli specializzandi circolano di più all’interno dei nostri servizi e quando conoscono come siamo organizzati scelgono anche di rimanere quando devono andare a lavorare”.
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