REGGIO EMILIA – L’ozono è un inquinante tipicamente estivo, le reazioni chimiche che lo producono vengono provocate dalle radiazioni solari. Nel mese di giugno, caratterizzato da temperature elevate e anomale per il periodo, il livello in provincia ha sforato diverse volte la soglia cosiddetta “d’informazione” di 180 microgrammi al metro cubo, oltre la quale l’esposizione per più di un’ora comporta rischi per la salute: 4 superamenti sono stati registrati a Castellarano, 3 a Guastalla.
Nello stesso periodo dell’anno precedente non si verificarono sforamenti. La soglia che Arpae pone come obiettivo a lungo termine dei 120 microgrammi al metro cubo è stata superata 31 volte nella Bassa, 22 nella zona ceramiche, 17 in città e persino 6 volte a Febbio. A Reggio Emilia la centralina di viale Timavo, nel mese di giugno, ha registrato anche 43 sforamenti del livello di Pm10 che solitamente in estate non danno problemi rilevanti. Questo, probabilmente, a causa della mancanza di precipitazioni.
Tornando all’ozono, ieri la media rilevata nelle 8 ore a Castellarano era di 130 microgrammi al metro cubo: i superamenti progressivi hanno raggiunto quota 31 e 39 a Guastalla. E se, come da previsione, nei prossimi giorni l’anticiclone delle Azzorre lascerà il nostro territorio per far posto a nuove correnti calde in arrivo dal Sahara, i valori dell’ozono nell’aria non potranno che peggiorare. La giunta della Regione proprio ieri ha approvato le linee strategiche del piano per la qualità dell’aria 2030, che prevede di ridurre le emissioni agendo simultaneamente sui trasporti, sull’agricoltura e sulla combustione delle biomasse per il riscaldamento domestico, pianificando interventi sia in ambito locale sia a livello di bacino padano e nazionale, per prevenire o ridurre gli effetti nocivi per la salute umana e per l’ambiente.
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