REGGIO EMILIA – “Abbiamo cominciato col botto, nel senso che il primo gennaio è emerso un valore di 105 nella stazione di viale Timavo, quindi superiore al doppio rispetto al valore limite di 50 microgrammi al metro cubo”. Sono parole di Luca Torreggiani, responsabile della rete monitoraggio aria di Arpae, che delineano il capodanno più inquinato degli ultimi anni registrato nella nostra città, maglia nera in Emilia-Romagna quanto a polveri sottili nel primo giorno del 2025.
Male anche il 2 gennaio, con 80 microgrammi riscontrati in circonvallazione. Colpa delle emissioni dei petardi e dei fuochi d’artificio, che si aggiungono a quelle legate al traffico e ai riscaldamenti. Il tutto in una situazione anticiclonica che non consente vie di fuga agli inquinanti facendoli ristagnare. “Condizioni che favoriscono il permanere degli inquinanti negli strati bassi dell’atmosfera. Per più giorni perdureranno concentrazioni elevate” prosegue Torreggiani.
Se l’anno nuovo della qualità dell’aria inizia in salita, da incorniciare è invece il 2024, che consegna per la seconda volta di fila un bilancio in regola in tema di sforamenti delle Pm10: “Nel 2024 la stazione di viale Timavo ha contato 34 giorni di superamento, a fronte del massimo di 35 consentiti dalla normativa”.
Prima del biennio 2023-2024 Reggio ha sempre oltrepassato la soglia dei 35 giorni annui fissata per legge. Lo ha fatto in modo abbondante nel 2022, ad esempio, raggiungendo il numero di 65 giornate con concentrazioni oltre la soglia.
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