REGGIO EMILIA – I punti nascita di Montecchio, Scandiano e Guastalla non riapriranno prima della fine dell’estate. Il percorso di ritorno alla normalità degli ospedali si sta concentrando sulla graduale ricollocazione delle visite specialistiche che erano state sospese.
Nel progressivo iter di riattivazione dei servizi, la riapertura dei centri ostetrici degli ospedali periferici slitterà dunque ancora di qualche mese. Ma ci sarà, stando a quanto aveva assicurato il presidente della Regione Stefano Bonaccini davanti all’assemblea regionale nell’aprile scorso. Fino ad allora si continuerà a nascere solo al Santa Maria Nuova.
Il punto nascita di Scandiano era stato chiuso il primo marzo, uno dei primi passi dell’imponente riorganizzazione delle strutture ospedaliere in vista del picco della pandemia. “L’emergenza Covid non sia un deterrente per la definitiva chiusura”, dice il consigliere regionale di Fratelli d’Italia Michele Barcaiuolo. A Montecchio e Guastalla la chiusura è arrivata dopo qualche giorno: nel primo caso in seguito alla chiusura dell’ospedale, nel secondo dopo che l’ospedale Civile è stato interamente dedicato ai pazienti Covid.
“I punti nascita riapriranno – aveva detto il presidente Stefano Bonaccini – e riapriranno anche dove non ci sono più”. Il riferimento è all’ostetricia del Sant’Anna di Castelnovo Monti, tre anni fa chiuso dal ministero della Salute come gli altri centri in cui si registrano meno di 500 parti all’anno, limite fissato per garantire la sicurezza.
“Chiediamo alla Regione se si stia muovendo per la revisione dei parametri con un accordo Stato-Regioni – è la richiesta dei consiglieri reggiani del Pd Andrea Costa e Roberta Mori – urge chiarezza sui tempi previsti”.
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