REGGIO EMILIA – Sono preoccupate le tante aziende reggiane che esportano in Cina i loro prodotti. Le notizie di città asiatiche paralizzate per la diffusione del contagio da coronavirus, il cordone sanitario attorno ai centri più colpiti, creano allarme. E’ in ballo un interscambio commerciale da quasi 1 miliardo di euro fra Reggio Emilia e la Cina.
Le imprese reggiane esportano in quel Paese 315 milioni di prodotti manifatturieri e alimentari, un volume più che raddoppiato negli ultimi 10 anni, pari al 2,5% del totale dell’export reggiano. Ci sono poi altri 606 milioni di prodotti di importazione.
Varie aziende reggiane hanno sedi produttive o filiali in Cina: Comer Industries, Emak, Brevini, Immergas, Udor, Vimi Fasteners, Reggiana Riduttori, Smeg, Corghi, Ognibene, Meta System (quest’ultima a capitale di controllo cinese). Aziende che potrebbero essere messe in difficoltà dal diffondersi di questa epidemia. Ci sono poi 1013 ditte gestite da cinesi in provincia di Reggio Emilia, dai laboratori tessili ai negozi, dai bar ai ristoranti, in qualche caso bersaglio di allarmismi ingiustificati.
Gian Piero Del Monte
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