REGGIO EMILIA – All’appuntamento con l’accensione dei termosifoni mancano meno di venti giorni. In Emilia Romagna la data d’inizio della cosiddetta stagione termica è infatti fissato il 22 ottobre. Al netto di un improvviso quanto drastico calo delle temperature, la data vale anche per gli edifici scolastici.
Quelli di cui si occupa la Provincia sono 64, all’interno si svolgono le attività di 21 istituti. Un vertice per gestire il riscaldamento al loro interno si è svolto a palazzo Allende. Come un rebus di difficile soluzione è apparso ai dirigenti scolastici presenti l’obiettivo di ottimizzare i consumi e azzerare gli sprechi. Questo perché da una parte il ministero della Transizione ecologica invita ad abbassare il termostato, dall’altra le linee di un altro ministero, quello della Salute, impongono nelle aule, per contrastare il Covid, l’apertura periodica delle finestre. In mezzo, col cerino in mano, rimane la pubblica amministrazione.
Il caro bollette nelle scuole secondarie di secondo grado si è già fatto sentire nell’anno in corso. Se nel 2021 la spesa per il riscaldamento era stata di 1.900.000 euro, per il 2022 l’esborso previsto sarà maggiore del 70%, arriverà così a 3.300.000 euro. Mentre per 2023 la stessa Provincia stima una stangata da 4 milioni di euro nel caso perduri l’attuale livello dei costi energetici.
A oggi, gli aiuti di Stato destinati agli enti locali per far fronte all’emergenza “coprono poco più del 10% degli aumenti registrati”. Così viene sottolineato in una nota con la quale il presidente Giorgio Zanni, che definisce “vertiginosi” i rincari, spiega come sia già partito un monitoraggio plesso per plesso su orari, impianti ed esigenze. Fuori discussione – fa sapere – è la qualità del servizio, che non potrà risentirne.
Si prospetta dunque una variazione di bilancio per l’ente. Lo stesso tipo di manovra che è oggetto di discussione anche nei comuni, come afferma Elena Carletti, neovicepresidente con delega alla Scuola, subentrata a Ilenia Malavasi. “C’è bisogno – dice – di un intervento veloce e risolutivo da parte dello Stato e dell’Europa”.
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