REGGIO EMILIA – Riportare le Province a come erano prima del 2014, prima cioè della riforma che le ha snellite in modo significativo. La proposta arriva dai partiti di maggioranza. Tg Reggio ha chiesto un parere proprio al primo firmatario di quella legge che 8 anni fa trasformò le Province: “E’ un partire col piede sbagliato. Il vero tema è come migliorare i servizi che la Provincia eroga. In particolare, l’edilizia scolastica, le scuole superiori, le strade e il coordinamento dei sindaci”.
Una controriforma spacciata per una battaglia di democrazia. Graziano Delrio inquadra così la volontà del centrodestra di riportare indietro le lancette. Dieci anni fa c’era lui al posto di Roberto Calderoli, ministro delle Autonomie che vuole affidare nuovamente ai cittadini l’elezione delle Province, riproponendole integralmente nella struttura di un tempo, sia politica che tecnica, formata da giunta, Consiglio più uffici, funzionari e assistenti. Secondo il senatore reggiano del Pd, promotore dell’attuale modello di Provincia, dietro la volontà di ingranare la marcia indietro c’è l’intenzione del centrodestra di poter tornare a contare su un bacino di poltrone utile a dare un “contentino” a personale politico.
“Il problema non è reintrodurre l’elezione diretta del presidente della Provincia – ha aggiunto Delrio – Il presidente della Repubblica non è eletto direttamente dai cittadini, eppure è un’istituzione autorevole”. Dal 2014, le Province sono enti intermedi i cui organi sono scelti dai consiglieri comunali secondo il sistema dell’elezione di secondo livello. Ma la criticità incontrata è di tipo pragmatico, spiega Delrio, riguarda la carenza di risorse: “Ne vanno date di più”.
Reggio Emilia Graziano Delrio Provincia Reggio Emilia riforma province