REGGIO EMILIA – Da qui al 2050 la nostra città crescerà al massimo di 133 ettari, pari al 3% del territorio urbanizzato. Poco? Molto? Se n’è parlato ieri sera a Decoder con l’assessore alla Rigenerazione urbana, Carlo Pasini.
“Quello che è interessante è che ci sono diverse manifestazioni d’interesse per insediamenti produttivi nell’area Nord. Prevalentemente sono aziende che vengono da fuori”. Assessore alla Rigenerazione urbana, Pasini commenta con soddisfazione le 22 manifestazioni d’interesse giunte in Comune sulle previsioni del nuovo Piano urbanistico generale. Certo, c’è anche chi vuole costruire appartamenti e punti vendita alimentari a basso costo oppure insediamenti per la logistica, ma la giunta è orientata a privilegiare gli investimenti che creano valore per la città.
Con alcuni paletti, come quello che fissa il consumo di suolo al 3% del territorio urbanizzato: significa non più di 133 ettari in 25 anni. “Questi 133 ettari sono a disposizione da qui al 2050 per nuovi insediamenti. Negli anni di più forte sviluppo edilizio della città, 133 ettari sono stati utilizzati in 7-8 anni”. Un altro vincolo decisivo sarà quello del tempo. Se un piano non sarà realizzato entro 2-3 anni dall’approvazione in Consiglio comunale, l’autorizzazione decadrà. Questo meccanismo dovrebbe evitare ciò che è accaduto con il Piano regolatore del 2001, che ha lasciato una eredità che ancora oggi supera i 600 appartamenti.
L’assessore Pasini conferma anche l’impegno per far sì che Inalca e Quanta, dopo l’incendio dell’11 febbraio scorso, possano insediarsi altrove senza abbandonare però la nostra città. Il Comune sta segnalando alle due aziende le possibili soluzioni alternative: “Dobbiamo offrire un ventaglio di opportunità a questi soggetti per metterli nelle condizioni di andarsi a insediare”.
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