REGGIO EMILIA – Nessuna novità, dicono gli inquirenti. Quantomeno ufficialmente. Sono in corso indagini silenziose, ormai, da fine marzo, sulle ricerche di una persona, un uomo, autore di molestie sessuali all’interno del Parco del Crostolo.
Negli ultimi dieci giorni, da uno gli episodi sono diventati quattro con l’ultimo, pesantissimo, in cui, da frasi volgari e palpeggiamenti, si è arrivati alla violenza sessuale. Un “salto di qualità” in senso negativo, quindi, per il ricercato. A ora si continua a pensare, infatti, che ci sia sempre la stessa persona dietro la sequenza di fatti. Le descrizioni delle donne vittime non coincidevano in tutti i dettagli, ma il panico e lo choc giocano moltissimo in queste situazioni e gli agenti sono in grado di leggere dietro alla paura.
Parliamo presumibilmente di una persona giovane, visto che l’ultima volta è stata in grado di seminare il runner che per primo ha soccorso la quarta vittima sotto choc. Le difficoltà non mancano, per questura e carabinieri: in primis, l’area in cui gli episodi sono avvenuti. Estesa, parecchio. Parliamo non del Parco delle Caprette, ma dell’intero Parco del Crostolo, una 15 di km solo in territorio cittadino.
Poi, c’è l’assenza di telecamere, che non aiuta. Il dispositivo coordinato dalla prefettura prevede l’impiego di uomini e donne delle forze dell’ordine in più, soprattutto in borghese, in modo da poter osservare più da vicino senza farsi notare o in modo magari da attirare il molestatore, che per ora ha sempre agito dopo essere rimasto nascosto tra alberi e cespugli attorno alle camminate del parco. In questi due giorni, nonostante il forte vento, ci sono stati i primi voli del drone della polizia provinciale e l’obiettivo è duplice: il monitoraggio in diretta delle immagini e l’osservazione dei filmati registrati in un secondo momento.
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