SCANDIANO (Reggio Emilia) – Tre anni senza pronto soccorso né a Scandiano né a Correggio. Tre anni in cui le priorità, e quindi le necessità, sono cambiate passando da quella del contrastare la diffusione della pandemia, con la chiusura dei presidi sanitari non sicuri, a quella di riattivare i servizi, a quella di aiutare con ogni mezzo il pronto soccorso di Reggio congestionato ai massimi livelli. In mezzo, il dibattito politico e il problema nazionale della mancanza di medici.
In attesa della riapertura del pronto soccorso di Correggio, prevista per il 17 aprile, è avvenuta quella del punto di Scandiano: con quali risultati numerici? Significativi, a giudicare dai dati dei primi giorni. Dal 20 marzo, giorno dell’inaugurazione dei locali riqualificati, al 28 marzo, gli accessi totali sono stati 333: significa una media di 37 persone al giorno, per la stragrande maggioranza codici verdi e quindi di lieve entità, con punte oltre i 40 accessi. Numeri che sono significativi, dicevamo, considerando che si registrano nell’arco di pochissimo tempo e considerando quelli pre-pandemia: al pronto soccorso di Scandiano accedevano circa 22mila persone l’anno, che vuol dire 60 al giorno, ma all’epoca il servizio era aperto 24 ore su 24 e non 12 ore come oggi.
L’obiettivo della riapertura è, oltre a dare un servizio in più, decongestionare da questi codici lievi il pronto soccorso di Reggio, dove si era toccato il culmine tra novembre e dicembre dell’anno scorso: all’epoca, causa il boom dell’influenza, gli accessi erano arrivati a picchi di 460 al giorno contro una media di 200 pre-pandemia, poi arrivata a stabilizzarsi su 250 circa alla fine del lockdown. Una situazione che per due volte, per un totale di qualche ora, aveva fatto scattare l’attivazione del piano di massiccio afflusso che comporta il blocco dell’accettazione proprio dei codici lievi.
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