REGGIO EMILIA – Il Pronto intervento sociale, previsto da una legge nazionale, è un servizio del Comune di Reggio – finanziato anche con risorse dell’Ausl e statali – che garantisce l’assistenza in emergenza per persone che da un momento all’altro si trovano per strada, senza un tetto sulla testa. Gli operatori della cooperativa Papa Giovanni XXIII sono attivi sette giorni su sette e 24 ore su 24, e in questo mese di dicembre, vista l’aggiunta del freddo, il personale è stato potenziato. Ma il servizio è strutturale. “Ci può essere il cittadino che vede persone per strada e pensa che possano essere in situazione di rischio e chiamala polizia locale oppure chiama l’ambulanza e se arriva la polizia locale e verifica che non c’è bisogno di intervento sanitario può chiamare gli operatori – spiega Antonio Costantini, coordinatore del Servizio Contrasto alle Povertà urbane – questi provvedono a un collocamento in un dormitorio oppure in alberghi convenzionati”.
Tutti vengono soccorsi, anche chi non abita in città e che poi, dopo una visita per capirne le condizioni di salute, sarà accompagnato nel proprio luogo di residenza. Nel 2025, da gennaio a novembre, le attivazioni, ovvero le chiamate agli operatori, sono state 400; 573 poi le azioni di prima accoglienza, per un investimento, da parte del Comune, di circa 300mila euro. La tipologia più rappresentata è stata quella dei minori stranieri non accompagnati, ma non di rado si è trattato di donne con bambini. Numeri che, negli ultimi anni, si sono stabilizzati verso l’alto: significa che il problema si sta cronicizzando e occorrono strategie diverse, anche perché l’accoglienza in emergenza ha una durata limitata: 7 giorni per gli adulti, prorogabili a 15, e un mese per i minori.
Da una quindicina di giorni a questa parte è aperto, accanto alla mensa Caritas, uno sportello gestito dalla cooperativa San Giovanni Bosco, con la presenza di un assistente sociale e di uno psicologo. Il passaggio successivo rispetto al primo soccorso. “Da una parte c’è l’accoglienza nell’immediato – continua Costantini – però poi è necessario innestare un accompagnamento. Il tema dei numeri e delle modalità dell’accoglienza, rispetto alle necessità d’urgenza, è anche quello di famiglie che vengono sfrattate o persone che non riescono ad accedere al mercato delle locazioni, è un tema estremamente importante e all’attenzione dell’amministrazione”.
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